Anche a te sarà capitato di sperimentare quella sensazione di nuovo e di fresco che aleggia nell’aria dopo un forte temporale. La “quiete dopo la tempesta” di leopardiana memoria è ciò che ti accade dopo un forte trauma, quel momento in cui finalmente le cose sembrano ritornare nel verso giusto.
So che non ti piacerà sentirlo, ma non gridare vittoria e non adagiarti sugli allori perché è proprio quello il momento in cui sta per succedere il peggio, se il trauma non è stato affrontato nel modo giusto e superato completamente. Scoprirlo è un po’ deludente, ma anche rassicurante ed estremamente formativo.
Un trauma si divide in tante fasi e conoscerle può aiutarti a scoprire meglio come affrontarle:
Le giornate belle e brutte. Ovvero il periodo precedente al trauma, quando i nostri sistemi simpatico e parasimpatico si alternano allegramente nella nostra vita secondo un equilibrio che segue l’evolversi del giorno e della notte. Mentre il parasimpatico svolge funzioni legate alla digestione, alla crescita, all’immagazzinamento di energie e alla difesa immunitaria, il simpatico è pronto a intervenire in caso di emergenza con la funzione di attacco o fuga (istinto antico che fortunatamente ancora non abbiamo perso).
La tempesta. Cioè il momento del trauma: quando accade un incidente, quando ti arriva una brutta notizia, quando ti spaventi, quando in definitiva subisci uno shock a livello fisico, emotivo o energetico, il tuo sistema simpatico si attiva e per un periodo più o meno lungo, legato al tempo in cui sei immersa nel trauma, il dolore non c’è. Può sembrarti un controsenso, ma il trauma non porta dolore, perché il meccanismo innato del corpo ti protegge da questo, permettendoti nel caso ce ne fosse bisogno di attaccare per difenderti o scappare per salvarti.
Quanto dura la tempesta. Ovvero il lungo shock. Il trauma può durare secondi, ore, giorni, anni (e intanto il sistema simpatico è attivo per la maggior parte del tempo, sforzando le ghiandole surrenali, producendo cortisolo in eccesso e aumentando lo stress). Dipende dalla complessità e profondità con cui si è insinuato nella tua vita. Se il tuo alluce sbatte contro l’angolo del comò il tutto durerà qualche millesimo di secondo, ma se hai perso una persona cara potranno volerci mesi prima di superare la notizia. In tutto questo tempo il dolore, quello vero, non compare.
La quiete dopo la tempesta. È questo il momento più ingannevole. Finalmente la tempesta è finita, sembra che tutto sia tornato sereno, che ci sia addirittura un raggio di sole e l’arcobaleno all’orizzonte. Le cose funzionano, ci si sente bene tanto che non si percepisce più che ci sia stato un trauma, ci si rilassa e all’improvviso…
Arriva la vera e propria bufera. Provare dolore. Il sistema simpatico inizia a lasciare il passo al parasimpatico che si trova spiazzato e mostra il suo completo squilibrio attraverso alterazioni, malesseri e malattie. Questo è un passaggio delicato in cui puoi iniziare il lavoro per cambiare te stessa e trovare la modalità per stimolare la guarigione oppure bloccarti in uno stallo senza scampo. Perché il dolore, non importa se fisico o emotivo, ti annebbia la mente, ti offusca la consapevolezza, ti impedisce di vivere appieno la tua vita e può condizionarti al punto tale da controllare ogni tua azione.
La schiarita. Di quando si attiva la guarigione: quando decidi di agire sul dolore che ti porti dietro inizia la fase di rinascita. Lunga, più sarà stata lunga la tempesta, ma fondamentale per ritrovare il sereno. Il sistema parasimpatico ha bisogno di sostegno per ritrovare l’equilibrio e la sua funzionalità fisiologica. In questa fase però c’è chi si inganna, smorzando il dolore (ancora presente) con farmaci o surrogati emotivi che sedano la consapevolezza. Non ricorrere anche tu a queste scorciatoie perché ti infileranno in un circolo vizioso, in cui a momenti di quiete si alterneranno momenti di bufera senza via di uscita. L’unico modo per ritrovare la tua vera essenza è stare nel presente, per quanto doloroso sia, e poi passare oltre. È giusto in una situazione del genere farsi aiutare, credo che la Naturopatia sia eccezionale per molte di queste situazioni, perché quando le nuvole cominceranno a diradarsi e il sole farà capolino tu sarai pronta a essere una persona nuova.
Il sole che splende. Di quando sistema simpatico e parasimpatico tornano in equilibrio. Finalmente il trauma è stato pienamente superato, la lezione è stata imparata, il corpo e la mente hanno metabolizzato l’accaduto, la tua coscienza ha fatto uno salto in avanti. Sei guarita, più forte e consapevole di prima.
Tutto questo lo hai vissuto migliaia di volte nella tua vita, ma ti ho voluto raccontare delle fasi con cui si affronta il trauma e tutto ciò che lo riguarda, per farti scoprire come ogni scelta che fai per intervenire su di esso, amplificandolo, smorzandolo o addirittura negandolo, non ti porta alla soluzione del problema. Invece puoi scegliere di stare con esso, renderlo un insegnante prezioso e salutarlo con gratitudine quando è il giusto momento di lasciarlo andare.
Riflettici la prossima volta che ti capita di vivere una situazione come questa, anche se piccola, e scoprirai che prendere un antidolorifico per il mal di schiena non è la soluzione. La soluzione è domandarti perché ti è venuto il mal di schiena e cosa puoi fare per non farlo più tornare!
Poi preparati a rifiorire dopo la tempesta.