Quando ho deciso di iniziare il percorso di studi per diventare Naturopata, nella mia mente si affollavano tante idee diverse su cosa avrei potuto fare e cambiare. Ero piena di buoni propositi e soprattutto di convinzioni quali: grazie a questa disciplina potrò curare mia madre, alleviare le sofferenze dei miei parenti, risolvere tutti i problemi dei miei amici e alla fine… salvare il mondo!!!
Beh! Spoiler… non è proprio andata così!
Il mio primo giorno di lezione la professoressa che ha presentato il programma ci ha detto a chiare lettere:
“voi non curate nessuno, voi osservate, ascoltate e vi prendete cura delle persone”.
Coooooosa??? Come si permetteva di dire una cosa del genere??? Per me è stato uno shock! Ma insomma? Io che dovevo cambiare le sorti dell’umanità, posso fare solo questo?
Sì! E per fortuna! Perché dopo quattro anni di scuola e altrettanti di lavoro so che quella è stata la lezione più importante che abbia mai imparato e senza la quale non potrei fare quello che faccio.
1. Osservare
Quando una cliente arriva da me, la prima cosa è osservarla attentamente. Come cammina e si muove, la postura del suo corpo, l’atteggiamento nei miei confronti, come è vestita, se è truccata oppure se ha segni particolari o tic. Guardare “oltre” mi serve per iniziare a conoscerla, comprendere come si mostra al mondo e scoprire se ciò che racconta è se stessa o un personaggio. E intanto posso anche valutare se ci sono squilibri posturali (ragazza la gobba è passata di moda!), disidratazione (bevi sempre tanta acqua perché la pelle effetto pergamena non è il massimo!), scompensi a livello ormonale (quel maledetto brufoletto!), qual è l’elemento costituzionale predominante (focosa o flemmatica?) e molto altro utile per arrivare al cuore della disarmonia.
2. Ascoltare
A questo punto si inizia a chiacchierare. Adoro questa parte, perché è qui che si va al di là della superficie e si instaura la relazione con la cliente. Mentre lei parla io mi appunto mentalmente specifiche parole, frasi, espressioni che rappresentano il sentire interiore di chi si sta aprendo a me. Perché è ben diverso se dice “sono sempre stanca” o se esclama “il mondo è un peso insopportabile” (mi sono tenuta sulle frasi più gettonate per fare gli esempi!!!). Poi dopo aver chiacchierato con la voce uso la Kinesiologia Applicata per parlare con il corpo. Il suo linguaggio è molto esaustivo, mi racconta di cosa ha bisogno per ritornare in equilibrio e oltretutto, visto che il corpo non mente mai (sì hai letto bene, non mente MAI), si arriva dritte al punto!
3. Prendersene cura
È questo il momento che preferisco perché è quello in cui si è stabilito un rapporto di fiducia con la persona e si può iniziare con lei il percorso che la porterà a recuperare la sua vera natura. È questo il momento in cui le spiego che non sono io l’artefice del cambiamento, che le sarò accanto lungo il percorso offrendole risorse, sostegno e attenzione, ma che non sono la cura ai suoi problemi. Dopo un momento di smarrimento in cui comprende che “Panico! Sono io l’artefice del mio destino…” (eh già!), capisce che saranno la sua volontà e la sua costanza a compiere la trasformazione, osservandosi, ascoltandosi e prendendosi cura di se stessa.
Ora tu mi chiederai: ma perché mi racconti i retroscena del tuo lavoro? Perché se incontri un professionista che ti dice che per te può fare miracoli, che potrà curare tutti i tuoi mali e che ha la soluzione per ogni tuo problema, qualcosa non va, drizza le antenne e se puoi… scappa!!!
E perché quando durante i miei studi ho capito che “osserva, ascolta e prenditene cura” era ciò che avrei dovuto fare, il mio modo di pensare è completamente cambiato, ho smesso di avere manie di onnipotenza e ho potuto veramente fare qualcosa di buono per chi mi stava accanto e per chi decide di lavorare con me: esserci!
E tu lo sapevi che la Naturopata dovrebbe fare questo? Ti va di raccontarmi nei commenti la tua esperienza?